GPL: cos'è e quale impatto ambientale ha - Cure-Naturali.it

2022-11-10 15:48:18 By : Ms. Jane Bian

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Credit foto ©eugenesergeev / 123rf.com

Il caro carburanti che caratterizza la prima metà del 2022 non è arrivato per caso, anzi. È l’esito di una sorta di “tempesta perfetta” a cui contribuiscono la ripresa dell’economia post-Covid, lo squilibrio domande-offerta e la guerra tra Russia e Ucraina. 

C’è però una differenza rispetto al passato: stavolta l’impennata dei prezzi colpisce in pieno anche chi ha un’auto a metano, tradizionalmente scelta proprio perché più economica. Salgono anche i prezzi del GPL, seppure in misura minore. Ma cos’è di preciso il GPL, qual è la differenza con il metano e cosa sappiamo del suo impatto ambientale?

GPL è un acronimo che sta per Gas di Petrolio Liquefatto: si tratta di una miscela di gas composta prevalentemente da propano (CH₃CH₂CH₃) e butano (C₄H₁₀). 

Questa miscela di gas è estremamente infiammabile ma atossica, incolore e inodore. Per ragioni di sicurezza viene appositamente addizionata con altre sostanze che gli conferiscono un colore giallastro e un odore acre; così diventa molto più semplice identificare subito un’eventuale perdita.

Come si intuisce dall’aggettivo “liquefatto” all’interno del suo nome, il GPL viene immagazzinato in forma liquida perché così il suo volume è 270 volte più basso rispetto a quello che occupa allo stato gassoso. Il risparmio di spazio facilita di gran lunga lo stoccaggio e il trasporto, traducendosi anche in un notevole risparmio economico.

Oggi il GPL si produce seguendo due strade:

Il GPL risulta molto conveniente per il suo considerevole potere calorifico, superiore rispetto a carbone, legna e gasolio (ma non alla benzina). Pertanto trova svariate applicazioni:

Quando ci si informa presso una concessionaria, le auto a GPL e quelle a metano vengono presentate come alternative pressoché equivalenti. In realtà le differenze sono tangibili:

Come mai durante la crisi in Ucraina il prezzo del GPL è salito in modo più lento rispetto a quello del metano? Perché queste due fonti hanno un peso diverso nel mix energetico italiano e i loro costi vengono determinati in modo diverso.

Per questioni geopolitiche, la Russia ha tagliato le esportazioni di gas naturale (metano). Esportazioni da cui l’Italia è fortemente dipendente, poiché il metano rappresenta il 43% del mix energetico e viene importato per oltre il 40% proprio dalla Russia. Di conseguenza, nel corso del 2021 il prezzo del metano è passato da 19 a oltre 90 centesimi a metro cubo, il che corrisponde a un rincaro del 423%. 

Il prezzo del GPL invece è legato al prezzo del barile. Anch’esso è aumentato negli ultimi mesi, come dimostra il fatto che benzina e diesel abbiano superato la soglia psicologica dei 2 euro al litro, sfiorando il record storico che risale agli anni Settanta. Chi ha un'auto con impianto GPL, dunque, nel mese di gennaio del 2020 doveva pagare circa 0,63 euro al litro; esattamente due anni dopo la media era di 0,81 euro al litro, con un aumento del 30%.

Al di là del prezzo e dell’efficienza, anche l’impatto ambientale ormai è un criterio fondamentale per chi deve scegliere se acquistare una caldaia o un’auto a GPL. La prima considerazione da fare è che il GPL è pur sempre un sottoprodotto dell’industria degli idrocarburi. E gli studi scientifici affermano che, per contenere il riscaldamento globale entro gli 1,5 gradi centigradi rispetto all’era preindustriale, la stragrande maggioranza delle riserve di combustibili fossili dovrà rimanere dov’è. Cioè sottoterra.

Detto questo, è vero che le auto con impianto GPL emettono circa il 10% di CO2 in meno rispetto a quelle a benzina (anche se ci sono enormi differenze a seconda dei modelli). La differenza più marcata però si riscontra con gli ossidi di azoto (NO2 e NOx): anche confrontandole con i modelli diesel euro 6, si limitano a 40 mg/kg contro 200.

Per il particolato atmosferico invece la questione è più sottile, perché i modelli a benzina e diesel di ultimissima generazione ne emettono in quantità infinitesimali; ormai l’usura di freni e gomme in questo senso incide più dei tubi di scappamento. 

Che dire invece dell’impatto ambientale delle caldaie? Un recente studio del Politecnico di Milano, commissionato da Assogasliquidi-Federchimica, mette a confronto le caldaie a Gpl con quelle a pellet, gasolio e pompe di calore elettriche. Quelle a pellet sono in assoluto le peggiori in quanto a impatto ambientale (incluso il consumo di suolo necessario per produrre il pellet stesso), tossicità per l’uomo ed emissioni di particolato (+1094%). Anche gli apparecchi alimentati a gasolio emettono il 627% di particolato fine (PM2,5) in più rispetto a quelli a GPL.

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