La nuova croce in vetta al Corno Piccolo -

2022-11-10 16:54:25 By : Ms. mary hou

Il 30 settembre 2021 la guida alpina Pasquale Iannetti, figura assai combattiva nel difendere l’integrità della montagna abruzzese e del Gran Sasso in particolare, ha spedito una lettera all’avvocato Tommaso Navarra, presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in cui sostanzialmente si autoaccusava di aver rimosso una targa apposta alla nuova croce installata sulla vetta del Corno Piccolo al posto della vecchia:

“che lei ha fatto istallare, a mio avviso, impropriamente ed inopportunamente sulla vetta del Corno Piccolo. Mi auguro che fatti incresciosi come questi non si verifichino più e soprattutto che non invadano territori sani come quelli della montagna. Sappia che noi, uomini che difendiamo le Terre Alte, non sopportiamo più la soffocante invadenza del suo Ente, quello che lei rappresenta, visto che in quasi trent’anni ha provocato sui nostri territori solo spopolamento, miseria e nessuno sviluppo. Preciso che la targa, nella parte che la riguarda, ovvero “Presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga Grande Ufficiale avv. Tommaso Navarra” è stata graffiata da ignoti. Con profonda delusione per quel che avrebbe potuto essere realizzato… In allegato, la targa”.

Il 4 gennaio 2022 lo stesso Iannetti ha spedito una lettera ai suoi amici per chiedere consiglio e pareri su una questione importante, cioè la sostituzione della vecchia croce in vetta al Corno Piccolo con una nuova.

La nuova croce in vetta al Corno Piccolo di Pasquale Iannetti

Cari Amici, ho bisogno del vostro aiuto e supporto per una questione che mi sta molto a cuore e che riguarda, in particolare, una delle più belle cime del Gran Sasso d’Italia ed in generale tutte le nostre vette. Domani, 5 gennaio 2022,  il Presidente dell’Ente Parco verrà a Pietracamela con uno codazzo di Notabili per restituire la storica croce del Corno Piccolo alla Comunità, recentemente sostituita da un manufatto, a dir poco discutibile. Lo farà in pompa magna, probabilmente cercando di farsi pubblicità e di rimediare a errori marchiani, commessi proprio con la nuova croce. Forse uno dei più gravi, a mio avviso, è rappresentato dalla presenza alla sua base di 3 bombe (!), tanto per citarne uno, per non parlare poi della targa auto celebrativa, che, questa estate ho rimosso, del Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga il Grande Ufficiale Avvocato Tommaso Navarra.

A breve, ribadendo le mie ragioni sulla questione e per richiedere la rimozione o la modifica dell’attuale croce, invierò una lettera al Sindaco e al Presidente dell’ASBUC di Pietracamela, nella quale vorrei inserire delle vostre brevi, ma autorevoli punti di vista e le vostre considerazioni sulla nuova croce del Corno Piccolo.

Queste sono le mie considerazioni:

1) La croce è stata sostituita l’estate scorsa 2021 senza una ragione plausibile. Vero è che non era un esempio di fattura e non colpiva per la sua bellezza in quanto era stata realizzata con dei tubi idraulici, ma conservava pur sempre il suo fascino. 2) Ai più è sembrata più un manifesto voler apparire da parte del Presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti del della Laga il Grande Ufficiale Avvocato Tommaso Navarra e del 9° Reggimento degli Alpini di l’Aquila. 3) La sua sostituzione è stata fatta senza che la comunità alpinistica ne fosse minimamente informata. Per comunità alpinistica intendo il Club Alpino Italiano sezione di Teramo e Pietracamela, gli Aquilotti di Pietracamela ed il Collegio delle Guide Alpine che attraverso i suoi storici esponenti, Bruno Marsilii, Lino D’Angelo, Clorindo Narducci, Andrea Bafile, Luigi Muzii, Tonino Marramà, Francesco Danesi-De Luca e tanti altri si sono prodigati, negli anni ’50 del secolo scorso, a trasportare e a collocare la croce sulla vetta del Corno Piccolo. Croce che andava a sostituire il cumulo di pietre alpinisticamente chiamato “ometto”, con il quale, fino a quegli anni, era stata contrassegnata la vetta del Corno Piccolo.

Io ho ereditato da Lino D’Angelo il “testimone” della tenuta dei libri di vetta che ho degnamente portato avanti per oltre quarant’anni. Gli stessi sono stati rilegati (a mie spese) e custoditi gelosamente e, ultimamente, grazie al contributo dell’Associazione Alpinisti del Gran Sasso, sono stati tutti scansionati e messi in rete. Chi vuole, può quindi consultarli sul sito dell’Associazione. 4) La croce è stata sostituita senza che avere ottenuto le relative autorizzazioni urbanistiche da parte degli Enti preposti ovvero Comune e ASBUC di Pietracamela ed il benestare delle Associazioni alpinistiche che ho citato sopra. 5) Ultimo, ma non per questo meno importante è il fatto che la croce racchiude un controsenso. Nella parte alta troviamo stilizzato il segno cristiano della croce e sotto, a sostegno dei tre tubi ci sono tre bombe. Un segno di pace ed un segno di guerra. In conclusione il Comune di Pietracamela e l’ASBUC debbono pretendere che il Corpo del 9° Reggimento degli Alpini di L’Aquila rimuova la croce. In seguito, aperta una discussione pubblica in un Consiglio Comunale apposito si deciderà su che cosa fare, ovvero se ripristinare la vecchia croce, se riposizionare la croce degli Alpini modificata (togliendo le tre bombe e le inopportune targhe) oppure lanciare un concorso di idee per una nuova croce o, come ultima ipotesi, mettere soltanto un innocuo e semplice “ometto”.

            

Buon lavoro dunque Ines e proponi al blog i risultati del tuo interessante studio. Sono sicuro che Gogna apprezzerà.

Ciao Roberto Pasini e grazie per gli auguri. Corso Scienze della Montagna, Dip. Ecologia e Gestione delle Risorse Ambientali, Univ La Tuscia, Viterbo.  Libro: H.J. Lower, Gipfelkreuze, Athesia Bozen 2019

Millesimi. Per favore puoi completare le indicazioni bibliografiche sul libro delle croci? Grazie. Quando avrai completato la tua tesi di dottorato sarebbe interessante ne proponessi la pubblicazione di un estratto sul blog. La simbologia di vetta è un argomento molto interessante dal punto di vista storico e psico-sociale. Auguri per il tuo dottorato. Per curiosità: in quale disciplina?

Il tema è davvero complesso e vale la pena svolgere uno studio storico, geografico, sociale accurato, con un approccio laico che vada al fondo del problema del simbolo. Lo sto indagando nel mio Dottorato di ricerca. Prima di tutto bisogna conoscere le croci di vetta, le sto schedando per fasce altimetriche, sto ricostruendo la storia delle stratificazioni e mappando la diffusione in GIS. Vi assicuro che il fenomeno è impressionante, di impatto, è in crescita a quote più basse e va regolamentato. O meglio le leggi ci sono, basta applicarle con buon senso. Spero che su questo ciclopico lavoro sull’Appennino, Alpi e Dolomiti escano delle pubblicazioni. In Appennino ad oltre 2000 m di quota ho fotografato e ricostruito la storia di ben 66 croci di vetta in situ. In genere sono croci povere, senza particolare valenze estetiche e trainano Madonnine, Cristi e immagini, con tutto un crescere di targhe. Per chi vuole saperne di più sulle croci di vetta più belle sull’arco transfrontaliero consiglio del 2019 un volume in tedesco di Lower, con bellissime foto.

Caro Pasquale anni fa col la posa di un Buddino sulla cima del pizzo Badile, scatenammo un finimondo su tutta la stampa nazionale: oltraggio alla cristianità alpina, atto ancor più grave, perchè perpetuato da ben due guide alpine…figura professionale confessionale solitamente a tutela delle tradizioni… Se posso darti un consiglio, leggerezza.  Leggerezza su chi (maldestramente) mette simboli religiosi sulle cime e su chi con la stessa leggerezza e con un sorriso sulle labbra, li toglie. buona montagna

In realtà l’autore della puntata e’ Francesca Limardo. Il programma è di M.A. Ferrari.

A proposito dei cambiamenti delle percezioni dopo quaranta anni. Albino Ferrari su Messner e Gogna e il famoso  striscione. Da riflletterci sopra.  https://www.gliascoltabili.it/podcast/etica-a-quota-3000/#player

Roberto, troverò l’articolo. Ce l’ho scaricato su una chiavetta.

Vegetti. Marco, l’articolo del CAS che ho linkato parla in realtà di una croce su Monte Olimpo anche prima del Concilio di Efeso del 431 DC che decise la croce come “logo” ufficiale del cristianesimo. In ogni caso, poiché il tema mi interessa da punto di vista antropologico, mi puoi dare indicazioni più precise sullo studio che citi? Grazie Benassi. Non è la prima volta che temi e valori tipici che si rifanno al mito dell’Arcadia, come archetipo di vita semplice e felice a contatto con la natura, vengono contrapposti da settori dell’aristocrazia e della borghesia al cattivo gusto e alle brutture del mondo contemporaneo (è già accaduto ad esempio come contrapposizione all’epoca barocca) Corsi e ricorsi? Lo scriveranno gli storici del XXI secolo. Peccato non potere avere in anticipo una copia di libri che non leggeremo, io mi acconterei anche delle prime bozze ? 

Vegetti hai ragione a dire che la gente si stufa. Ma non ho mai considerato nulla di più insulso della “gente”. Quindi, si stufi pure. Personalmente resto dello stesso pensiero anche se si parla di croci o inferi (gli estremi si toccano) ma l’assist dei draghi me l’hai messo proprio lì. Abbi pazienza.

I draghi erano credenze popolari, certo, come una credenza popolare è che Mosé abbia separato le acque del Mar Rosso. Comunque, Gigiat, Dahu, e addirittura lo Yeti non vivevano in Pianura Padana. A parte, certo che stai davvero esagerando con ‘sta storia del Green Pass, la butti anche dove proprio non c’entra nulla e nessuno vi ha neppure fatto un cenno… Poi la gente si stufa di sentirvela menare, chissà come mai…

I draghi non hanno mai dimorato sulle cime. Erano credenze popolari. I draghi albergano nelle più basse e fetide bassezze.  A quando un grinpas per salire sulle cime? 

Tutto condivisibile tranne che la croce cristiana sia un simbolo di pace, e` la rappresentazione della morte data col peggiore dei supplizi.

Roberto, certo che è più antica. Ma sulle vette no. Mi pare che Mestre abbia fatto uno studio sulle croci in montagna, dal quale si evince che esistevano certo ma non sulle cime. Sulle cime nessuno ci andava e i primi furono scienziati illuministi, con barometri e strumenti. In bassa e media montagna, come ho detto, erano simboli scaramantici per allontanare le sciagure o i terribili draghi che abitavano le altitudini. (in parte, poi, una presa di coscienza e in parte la lenta fine della bigotteria e annessi e connessi).

Interessante che ultimamente appaia a molti inappropriato: evoluzione stabile o fenomeno passeggero? Chissa?

magari una maggiore un presa di coscenza.

Vegetti. Marco, la pratica in ambito cristiano mi pare molto più antica. Sembra risalga ai primi secoli. In cima alle montagne comunque gli uomini ci hanno sempre messo simboli di ogni tipo, religiosi e non. Un fenomeno trasversale e antico che evidentemente significa qualcosa. Interessante che ultimamente appaia a molti inappropriato: evoluzione stabile o fenomeno passeggero? Chissa? https://www.sac-cas.ch/it/le-alpi/storie-di-croci-31505/

PS – Forse non sono bombe, ma viste da vicino, la foto con la targhetta degli Alpini, sembrano in effetti proiettili da mortaio… Arma tipicamente alpina…

Le croci sono un bel problema. In realtà il loro proliferare è venuto dopo che un Papa ha dato l’indicazione chiara di porle sulle vette. Pio IX o XI, non ricordo, a inizio ‘900. Prima le croci, quelle della tradizione popolare, erano, per quanto legate al cristianesimo, scaramantiche: proteggevano (avrebbero dovuto proteggere) le mandrie, i boschi, i raccolti. E di fatto non si trovavano sulle alte vette, sulle quali per altro, fino all’arrivo degli inglesi, ben pochi si avventuravano, ma su colline più vicine e raggiungibili da pastori o cacciatori. Non è un caso, credo comunque, che la croce del Cervino non è sulla vetta (svizzera) ma sull’anticima italiana. In UK e Scozia non ricordo croci sui punti più alti, eppure anche loro sono cristiani e anche in Francia proprio poche, a memoria… Quindi? Basta, grazie. Chi crede, crede anche senza bisogno di una croce. Se ha bisogno di simboli, forse ha la memoria corta…

Più è complicato e alto il disegno della croce anche se ( dicono)” artistico ” e più è evidente che dietro non c ‘ è  né religiosi  né  rispetto della montagna……poi targhe commemorative…..no comment 

Ovviamente la religione della natura è soltanto una metafora: storicamente la croce non rappresenta il dio della natura, ma il dio del potere con tutti i suoi fatti e misfatti. Peraltro in montagna c’è anche la religione della patria (un’altra disgraziata metafora) che non pianta croci, ma alza bandiere per conquistare le vette in competizione con i nemici come, per esempio, facevano i trentini sulle Dolomiti. Spero che in futuro non ci siano più croci né bandiere a dividere gi uomini.

 “.la croce per ..celebrare l’unione sacra degli uomini con la natura.”Tuttavia certe religioni condannano il panteismo.C’e’poca conoscenza o un cristianesimo fai da te. Panteismo (pronunciato PAN TE izm ) è la convinzione che Dio consiste di tutti e di tutto. Ad esempio, un albero è Dio, una montagna è Dio, l’universo è Dio, tutto il popolo è Dio. Il panteismo si trova in molte religioni “naturali” e religioni New Age. La credenza è detenuta dalla maggior parte degli indù e da molti buddisti. È anche la visione del mondo di Unity, Christian Science e Scientology. TUTTAVIA la croce cristiana ed il panteismo non vano di pari passo…anzi..Vedetevi questo. https://ita.lifehackk.com/76-what-is-pantheism-700690-3885 quindi se si collocano croci,  è per altri motivi.. non per celebrare il binomio  cristianesimo -natura .Poi un parroco che benedice una nuova collocazione si trova sempre…ed anche una via di mezzo di predicazione  cattolic-ecologica che cerca di integrare…per non perdere fedeli.  

A parte le baruffe giuridiche sulla proprietà della croce (alpini o guide alpine? o la croce rossa?) conviene restituire alle croci un valore simbolico. Nella religione della montagna le croci sulle vette possono diventare l’altare dove celebrare l’unione sacra degli uomini con la natura.

22) basterebbe destinare ai compiti  di protezione civile  diversificando secondo le indoli , attitudini e le capacita’. Chi si trova bene in azione muscolare..organizzativa e si sente bene a spostare montagne di  materiali   e spstare camion e ruspe  e chi in approccio con  le persone.Poi in  emergenza non si puo’andare per il sottile, ma anche si puo’ascoltare critiche costruttive…senza rimbeccare con superiorita’  di “grado o anzianita’” in quanto rivestiti da divisa.Ma nella protezione civile ci saranno pure altri , con altri baschi o anche obiettori , o non si vogliono palesare?

20) sono d’accordo con te: l’abito non fa il monaco, tantomeno un cappello! Quello che conta sono i fatti, il tempo messo a disposizione, la gratuità, gli interventi di Protezione Civile ecc. ecc.  Se poi c’è qualche comportamento sopra le righe, sono d’accordo con te, va corretto o stigmatizzato. Personalmente tendo a guardare più la foresta che cresce che non il singolo albero che cade (per il quale, tuttavia, mi dispiace). Buona giornata

 Forse da qualche Parte di  capolavori  di carpenteria si trova “una targhetta:”per  preventivi  e progetti utenti  ditte o privati  rivolgersi ditta xxxxx tel. ncccddf sito http://www.ghtirs” Pare che il legno  delle  croci sommitali  stia scomparendo..ha bisogno  di piu’frequenti restauri…non luccica al sole.Mentre altri capolavori metallici  argentei o inox  hanno pannello fotovoltaico, batterie e contorno della forma a diodi.. luci fisse o lampeggianti ad intermittenze di vario ritmo.

16) Grazie per la prodigalita’, pero’ negli hub vaccinali ho notato differenze.Le divise di protezione civili sono simili, pero’alcune evidenziano frequenti lavaggi, altre non han toccato acqua e detersivo da quando son uscite dal cellofan.Idem per calzature. Certi cappelli poi sono  di rappresetanza ma non sono quelli iniziali  del servizio di leva, forse tenuti in riguardo a casa in qualche scatolone con naftalina,  o vetrinetta,  indossati  per le grandi occasioni,altri  invece sono quello originali con tutti i segni del tempo.Comunque poco igienici dato che  gli indossanti si spostano tra infermieri e medici con camici , guanti, cuffiette. Nella varieta’ di approcci con i cittadini , alcuni trattano con umanita’ e cortesia ,molta pazienza,qualcu no un cipiglio di “veci ” versus “bocia” e  cosnsigli impartiti come “ordini”.Mentre il  generale  Figliolo  si  è  sempre visto in perfetto ordine e mascherina, qualche ex (guardiano di muli?)  teneva la mascherina sotto il mento mente fumava e scamabiava battute “da caserma”.. in  “presenza” non si sa  per  cosa..forse per bisogno di compagnia .. Insomma l’abito non fa il monaco.

L’ etologia studia il fenomeno della “marcatura del territorio” .L’homo  sapiens  ha le sue , varie secondo la sua presunta creativita’o  appartenenza a  gruppi che vogliono distinguersi  da altri gruppi ( cappelli di varia foggia , bandiere , banderuole,  archi, cancellate, stemmi , monumentini, targhe, spray ).In pianura esistevano da tempo immemore percorsi per ciclisti , su strade o anche stradine  arginali, fondo in ghiaia ecc, affidati alla pratica consuetudine. Molti di questi percorsi hanno ricevuto “imprimatur” con targe e segnali turistici, gran lavoro per le ditte produttrici di segnali in lamiera smaltati e  con disegni e targhe esplicative e mappe. Dulcis in fundo sempre logo o appendice  di ente o  associazione sponsorizzamti, ma  nonhanno scoperto nulla e il fondo stradale rimane sempre quello, dissestato e a volte con cocci di vetro.  Vecchia storia:.http://favoledistellina.blogspot.com/2014/08/il-fumo-e-larrosto.html

Certo che ultimamente non c’è da essere particolarmente orgogliosi del corpo degli Alpini.

Non sono bombe ma flange di rinforzo e fissaggio per evitare che i tubi verticali possanno flettere. Quanto alle croci, nella vita di tutti i giorni ce ne sono sia anche troppe. Lasciamo perdere quelle che sono li da sempre e oramai fanno parte della cultura popolare. Ma basta con croci nuove. Quanto agli ometti hanno senso per segnare un percorso, un bivio. Ma in vetta a che servono??? Un giorno un amico arrivò convinto in cima al monte Grondilice. Poi su un sasso dell’ometto di vetta vide scritto: Pizzo d’ Uccello. Senza batter ciglio, al suo compagno gli disse: “Cazzo stanotte deve aver tirato vento forte” ?

Macchè bombe! Sono flange di fissaggio! Suvvia, un pò di meccanica! E poi nessuno tocchi gli alpini indebitamente, per favore: sono sempre i primi a prodigarsi per gli altri… o no? se qualcuno combina qualcosa, per carità, ma non facciamo di tutta un’erba un fascio. Grazie, buone ascensioni!

In effetti le bombe non le ho viste neppure io.Comunque sostituire una vecchia croce definendola rozza perché fatta con tubo da carpenteria con una fatta anch’essa con tubo, è, secondo me da psicopatici. Io sono non credente ma le vecchie croci in legno o in metallo che esprimono un’antica fede religiosa non mi danno particolarmente fastidio. Vedere dei manufatti arzigogolati e ingombranti sulle come, invece, mi da molto fastidio, perché non dimostra una fede ma semmai una manifestazione di potere. Da togliere!Comunque meglio le cime senza niente. Anche l’ometto a che serve? Se tutt’intorno c’è solo aria e volevate arrivare in vetta, significa che ci siete.

Ho letto da qualche parte che la vecchia croce è stata sostituita in quanto “pericolante” (in effetti l’ultima volta che ci sono stato mi pareva un pò instabile).   Esistono strutture certamente ben più impattanti, ma ugualmente coglierei l’occasione per tirar via tutto: io voto per l’ometto (senza cemento ? ). O, ancora meglio, per la cima e basta.

Ciao Pasqualino, è da un po’ che non ti vedo, ad occhio saranno 40 anni. Tutto giusto quanto dici, compreso lo sberleffo al pomposo Gr. Uff, solo non credo che alla base della croce ci siano tre bombe, che certo sarebbero quanto mai fuori posto! Per me è solo successo che qualcuno, non particolarmente dotato di sensibilità, ha ritenuto che il modo migliore di fissare i tubi alla base fosse quel treppiede, che tanto richiama le bombe. Grazie per questa battaglia

Io ho visto quella sull’Amiata, agghiacciante croce Eiffel… 

Io invece, per provocazione verso atei, agnostici e blasfemi, propongo di erigere una mastodontico traliccio metallico a forma di croce, alto una dozzina di metri, come quelli che “valorizzano” le cime del Corno alle Scale e del M.Piella  nell’Appennino Bolognese. Cosí anche gli orbi potranno ammirarlo dalla pianura. N.B. Anzi, facciamo almeno venti metri. … … … In cima al solitario Sasso Tignoso (Appennino Modenese) si alza una piccola croce di ferro, vecchissima e mezza arrugginita, che supera a malapena il metro di altezza e ispira tenerezza. Se i cattolici disdegnano gli ometti di pietre, almeno si limitino a un’umile croce come quella sul Sasso Tignoso, molto piú rispettosa dell’ambiente naturale e perfino del sentimento religioso.

Lasciate il cemento nelle città. Basta l’ometto…quando cade qualcuno rimetterà su i sassi

Buona l’idea dell’ometto cementato…si può usare il Grande Ufficiale Avvocato?

Ometto cementato per non essere distrutto dai venti e dal gelo con placca ottone tipo punto trigonometrico e quota in cima i

Ben fatto, anche basta con croci ,targhe, bombe? Simboli dell’esibizione umana, la targa del Presidente del parco ” grande ufficiale, avvocato” un ometto.

Bravo Pasquale , quella croce con le bombe è un insulto al Corno Piccolo , e a chiunque considera la montagna un luogo di libertà e di pace

Ometto for ever, o in alternativa, esigo che anche noi pastafariani siamo rappresentati col nostro simbolo (scolapasta)

La targa con firma (o dedica)  e’ davvero ridicola. E la nuova croce mi pare cosi’ brutta da meritare  un piu’ deciso intervento di lima , seghetto ed olio di gomito. 

Certo che ultimamente non c’è da essere particolarmente orgogliosi del corpo degli Alpini.

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