Notizie dal mondo oggi: Russia vs Ucraina vs Usa - Limes

2022-11-10 16:54:15 By : Ms. Lingzi Yang

Putin alle corde minaccia l’atomica mentre tratta in segreto con gli Usa Online, in edicola e in libreria

Dettaglio di una carta di Laura Canali. Per la versione integrale clicca  qui

La rassegna geopolitica dell’8 novembre.

Il fondatore della compagnia militare privata Wagner Evgenij Prigožin ha ammesso su Telegram l’interferenza della Federazione Russa nelle elezioni americane di midterm dell’8 novembre 2022: «La Russia ha interferito, interferisce e continuerà a interferire» nel processo democratico degli Stati Uniti. Il portavoce del dipartimento di Stato Usa Ned Price ha osservato ironico: «Non ha detto nulla che non sapessimo già». La portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha aggiunto che «parte degli sforzi della Russia includono la promozione di narrazioni volte a minare la democrazia e seminare discordia».

Perché conta: Le affermazioni di Prigožin potrebbero essere strumentalizzate dal partito sconfitto alle elezioni americane per motivare l’esito nefasto della consultazione e denunciare Mosca di effettiva interferenza. Dunque esortando Senato e Congresso degli Stati Uniti a perpetuare le politiche sanzionatorie verso la Russia nonché l’ausilio militare e finanziario incondizionato all’Ucraina. Indipendentemente dalla nuova composizione parlamentare, gli apparati americani d’estrazione neocon cercheranno di mantenere inalterata la postura internazionale del Numero Uno verso il rivale euroasiatico. Ottenuto l’isolamento di Mosca e recisi i suoi legami con le cancellerie occidentali, si potrà eventualmente negoziare per un cessate-il-fuoco in Ucraina.

L’ipotesi proveniente da Washington di una ripresa dei negoziati in caso di (probabile) riconquista ucraina di Kherson viaggia in questa direzione. Secondo la Casa Bianca, con il ritorno del capoluogo del basso Dnepr alle dipendenze di Kiev, l’Ucraina riguadagnerebbe un centro strategico per l’accesso al mare e il controllo delle risorse idriche (anche verso la Crimea), mutando l’inerzia del conflitto e permettendosi di condurre proficui negoziati da una posizione di forza.

Ma Kiev non pare essere d’accordo con Washington. Il capo dell’Ufficio della presidenza ucraina Michajlo Podoljak ha risposto stizzito su Twitter: «Importante: l’Ucraina non ha mai rifiutato di negoziare. Siamo costruttivi nella nostra valutazione: parleremo con il prossimo leader della Federazione Russa». Di fatto confermando quanto già esplicitato dal presidente Volodymyr Zelens’kyj (Zelensky) con decreto presidenziale 679/2022 sull’impossibilità di trattare con la Russia per un cessate-il-fuoco, fintantoché Vladimir Putin continuerà a esserne il presidente. Approccio che il capo di Stato ucraino ha sostanzialmente ribadito ieri, omettendo però di citare per nome il suo omologo russo e dunque di ribadire l’indisponibilità a trattare con l’attuale padrone del Cremlino.

Una cosa è certa: il “cuoco di Putin” sta guadagnando sempre più influenza nella stanza dei bottoni di Mosca. L’esternazione pubblica sull’interferenza russa nelle elezioni americane – passate, presenti e future – conferma la sua accresciuta autorità. Di fatto Prigožin può permettersi esternazioni pubbliche che mai proverrebbero dai dicasteri moscoviti senza alcun timore di essere redarguito. Il “suo” Gruppo Wagner ha accesso alle armi avanzate di produzione russa, cura la fortificazione della linea di contatto nel Donbas (riceve apposito materiale), ha sostegno legislativo nell’arruolamento dei detenuti (conversione della pena in servizio paramilitare). Il fatto che in questo frangente la Russia stia progredendo in Ucraina solo nei pressi della città di Bakhmut e con l’esclusivo impiego dei mercenari della Wagner ha un significato profondo: Prigožin vuole un successo personale sul campo per aumentare ulteriormente la propria influenza politica. Ecco perché all’assedio dell’importante snodo viario del Donbas non partecipano le truppe regolari della Federazione, le milizie separatiste o i kadyrovcy ceceni.

L’esponente del trasversale “partito della guerra vera” può giocare un ruolo importante sia nella stabilizzazione delle regioni ucraine parzialmente occupate e annesse dalla Russia – oblast’ di Kherson, Zaporižžja, Donec’k, Luhans’k – sia nei colloqui sotterranei tra Russia e Stati Uniti mediante messaggi ufficiosi. Ma anche nella recrudescenza del conflitto armato qualora si moltiplicassero gli insuccessi diplomatici o militari della Russia. Prigožin non pare proprio il tipo da farsi scrupoli nel suggerire lo sdoganamento del dispositivo atomico in conflitti regionali (con o senza ordigno termonucleare) o nel colpire i centri politici di un paese aggredito che rifiuta di trattare. Non è detto che il capo negoziatore ucraino Podoljak abbia intuito la reale portata dei rischi che si affacciano all’orizzonte per sé, per la presidenza e per il paese.

Certamente la minaccia nucleare è ben chiara a Washington, che tramite il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha confermato l’esistenza di un canale per le comunicazioni con Mosca. Con buona pace di Kiev.

Per approfondire: Il menu panafricano di Prigožin, lo chef di Putin   

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