Sostituzione di vecchi generatori con caldaie a condensazione: i requisiti da rispettare | Articoli | Ingenio

2022-11-10 16:00:59 By : Ms. amyu yu

Le caldaie a condensazione sono, a scapito delle apparenze, apparecchi molto diversi dalle caldaie tradizionali. Di conseguenza non è possibile procedere a una loro installazione, in sostituzione di vecchi generatori, senza fare prima opportune verifiche e adeguamenti. Vediamo insieme la complessità del mondo delle caldaie e di come poter procedere a sostituzioni di questo tipo.

Le prime forti limitazioni all’installazione di caldaie a gas tradizionali sono arrivate nel 2015, a seguito dell’emanazione delle due Direttive Europee “Energy Related Products” (ErP) (Regolamenti delegati UE n. 813/2013 e n.814/2013 recanti le modalità di applicazione della direttiva 2009/125/CE sui requisiti di progettazione ecocompatibile degli apparecchi connessi all’energia, validi per generatori con potenze fino a 400 kW) e “Energy Labelling” (ELD) (Regolamenti delegati UE n. 811/2013 e n. 812/2013 in attuazione della direttiva 2010/30/UE concernente l’indicazione del consumo di energia mediante l’etichettatura ed informazioni uniformi relative ai prodotti, validi per generatori fino a 70 kW di potenza termica e serbatoi/bollitori di acqua calda sanitaria fino a 500 litri di volume), con successive modifiche e integrazioni.

La piena attuazione delle due direttive sopra indicate è stata suddivisa in tre fasi:

1. A partire dal 26 settembre 2015, divieto di commercializzazione di caldaie che non fossero a condensazione + individuazione di valori di rendimento minimi + obbligo di etichetta energetica per tutti i generatori di calore dedicati a riscaldamento e/o produzione di acqua calda sanitaria hanno l’obbligo di presentare un’etichetta energetica, riportante la seguente scala di classificazione:

2. Dal 2018, divieto di vendita delle caldaie che superino un determinato limite sulle emissioni inquinanti di Nox (ossidi di azoto – espressi in diossido di azoto):

3. Dal 26 settembre 2019, eliminazione delle classi di minore efficienza energetica e introduzione di una nuova classificazione dell’etichetta energetica, che va da A+++ a D per pompe di calore e caldaie.

Con tutte queste politiche energetiche a livello europeo, e con le serie di incentivi emanati nella nostra Nazione, è facile capire che ci si è trovati, ci si trova e ci si troverà a dover sostituire le vecchie caldaie con nuovi sistemi di generazione ad alta efficienza (caldaie a condensazione, a biomasse, pompe di calore…).

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE Installazione di caldaie a condensazione: tutti gli incentivi disponibili Come incentivare interventi di riqualificazione o nuova installazione di caldaie a condensazione? Vediamolo insieme, attraverso un esempio numerico di computo metrico estimativo con verifica di congruità dei costi e raffronto con limite MITE.

La scelta tra queste tecnologie è guidata dalle motivazioni più disparate: fattibilità tecnica, fattibilità economica, reperibilità della fonte energetica utilizzata, possibilità di integrazione con fonti energetiche rinnovabili, sistemi di emissione, ecc.

Tra i vantaggi delle caldaie a condensazioni si trovano sicuramente una maggiore semplicità di installazione e un minore costo di investimento iniziale.

La maggiore semplicità di installazione non implica però che non ci siano vincoli e requisiti da rispettare, e che le caldaie a condensazione siano sempre installabili.

FOCUS: IL PACCHETTO “REPower EU” La Commissione europea, con le nuove regole del pacchetto “REPower EU”, ha stabilito che la vendita delle caldaie autonome a gas sarà vietata entro il 2029, al fine di accelerare la transizione energetica, riducendo nel più breve tempo possibile la dipendenza dai combustibili fossili. Inoltre, già tra il 2025 e il 2026 partirà il declassamento delle etichette energetiche delle caldaie a combustibile fossile in modo da disincentivarne l’utilizzo. L’obiettivo è la progressiva sostituzione delle caldaie a gas con pompe di calore abbinate a pannelli fotovoltaici e solari.

Per meglio comprendere i requisiti da rispettare quando si decide di sostituire una caldaia cosiddetta “tradizionale” con una a condensazione, è necessario fare una breve introduzione sulle diverse tipologie di caldaie esistenti.

Queste vengono classificate sulla base del metodo di prelievo dell’aria comburente, e la prima loro classificazione è individuabile all’interno della norma UNI 10642:1997 “Apparecchi a gas. Classificazione in funzione del metodo di prelievo dell'aria comburente e di scarico dei prodotti a combustione”, attualmente abrogata e sostituita da una serie di norme, fino all’ultima UNI EN 1749:2020 “Classificazione degli apparecchi a gas in funzione del metodo di adduzione dell’aria comburente e di evacuazione dei prodotti della combustione (tipi)”.

Su questa base, i generatori di calore a gas si dividono in tre tipi A, B e C (a esclusione degli apparecchi per la cottura), ai quali si aggiungono dei pedici alfanumerici che identificano le varianti presenti all’interno di ogni singolo tipo.

L’ultima cifra a pedice rappresenta l’eventuale presenza del ventilatore nel circuito di combustione e la sua posizione, mentre le lettere a pedice indicano la presenza di ulteriori sistemi e dipendono dal tipo di apparecchio.

Date queste tre macrocategorie, a seconda delle caratteristiche specifiche si sviluppano tantissimi sottotipi, identificati tramite pedici alfanumerici.

La tipologia di tiraggio, naturale o forzato, è, come abbiamo detto, indicata dalla seconda e ultima cifra del pedice:

Questi sono anche gli unici pedici (e quindi gli unici sottotipi) degli apparecchi di tipo A (A1, A2 e A3).

Gli apparecchi di tipo B e C hanno anche un primo pedice, il cui significato varia a seconda del tipo stesso: tipo B, la cifra indica l’eventuale presenza e posizione del dispositivo di rompitiraggio antivento; tipo C, modalità di scarico dei prodotti della combustione.

Tipo B: B1. Apparecchi dotati di dispositivo rompitiraggio antivento. B2. Apparecchi privi di dispositivo rompitiraggio antivento. B3. Apparecchi privi di dispositivo rompitiraggio antivento, collegabili a canne fumarie collettive (non ramificate) e in cui tutte le parti eventualmente in pressione sono interne al sistema di adduzione dell’aria comburente. B4. Apparecchi dotati di dispositivo rompitiraggio antivento, che scaricano i fumi di combustione tramite propri condotti di scarico collegati a propri terminali di scarico (quindi non attraverso camini o canne fumarie). B5. Apparecchi privi di dispositivo rompitiraggio antivento, che scaricano i fumi di combustione tramite propri condotti di scarico collegati a propri terminali di scarico (quindi non attraverso camini o canne fumarie).

Tra queste configurazioni, le più comuni all’interno del mercato delle caldaie murali, sono sicuramente le B11 (apparecchio tipo B dotato di dispositivo rompitiraggio antivento e privo di ventilatore nel circuito di combustione), e a volte può capitare che alcune caldaie a camera stagna siano installate in configurazione B22 (apparecchio tipo B privo di dispositivo rompitiraggio antivento e dotato ventilatore nel circuito di combustione a valle della camera di combustione).

ATTENZIONE! Si evidenzia che il prelievo dell’aria comburente all’interno del locale stesso in cui è installato l’apparecchio è da considerarsi una situazione critica da valutare molto attentamente, soprattutto per gli effetti di depressione che il ventilatore potrebbe creare su un ambiente non correttamente ventilato permanentemente.

Inoltre, è tassativamente vietato modificare una caldaia costruita senza ventilatore installandogliene uno (così come indicato nella serie di norme UNI 7129:2015 “Impianti a gas per uso domestico e similare alimentati da rete di distribuzione - Progettazione, installazione e messa in servizio”).

Tipo C: C1. Apparecchio da collegare tramite due condotti ad un terminale orizzontale, che consente sia l’immissione di aria comburente che lo scarico dei prodotti della combustione attraverso due fori concentrici o tanto vicini da risultare in condizioni di vento simili. C2. Apparecchio da collegare tramite due condotti a una canna fumaria collettiva in cui avviene, allo stesso tempo, sia l’aspirazione dell’aria comburente che lo scarico dei prodotti di combustione (configurazione abbastanza rara). C3. Apparecchio da collegare tramite due condotti ad un terminale verticale, che consente sia l’immissione di aria comburente che lo scarico dei prodotti della combustione attraverso due fori concentrici o tanto vicini da risultare in condizioni di vento simili. C4. Apparecchio da collegare tramite due condotti a una canna fumaria collettiva, composta anch’essa da due condotti, concentrici o separati, nei quali avviene separatamente l’aspirazione dell’aria comburente (un condotto) e lo scarico dei prodotti di combustione (altro condotto). C5. Apparecchio da collegare tramite due condotti separati ai rispettivi terminali di immissione di aria comburente e scarico dei prodotti della combustione, i quali sono installati in zone con pressioni differenti (quote di aspirazione e scarico diverse) o con diverse condizioni di vento (stessa quota di aspirazione e scarico, ma terminali installati, ad esempio, su pareti diverse ma non contrapposte). C6. Apparecchio commercializzato senza terminali di carico o condotti forniti dal costruttore dell’apparecchio stesso (utilizzando terminali e condotti terzi, si deve comunque realizzare un sistema rientrante nelle precedenti cinque categoria). C7. Apparecchio da collegare tramite due condotti separati ai rispettivi terminali di immissione di aria comburente (sottotetto aerato, in cui è installato anche un dispositivo rompitiraggio) e scarico dei prodotti della combustione (sopra il tetto). C8. Apparecchio da collegare tramite un condotto di scarico a una canna fumaria (o camino) collettiva in cui avviene lo scarico dei prodotti di combustione per tiraggio naturale, mentre l’aspirazione dell’aria comburente dell’esterno dell’edificio avviene tramite un secondo condotto. C9. Apparecchio da collegare, tramite un condotto di scarico intubato, ad un terminale verticale, mentre il ruolo del condotto per l’aspirazione dell’aria comburente è svolto dal vano tecnico in cui viene alloggiato lo scarico, attraverso l’intercapedine che si viene a creare. C10. Apparecchio collegato tramite i suoi due condotti a un sistema di condotti comuni progettato per più di un apparecchio, e costituito da due condotti collegati ad un terminale, che allo stesso tempo immette aria fresca al bruciatore e scarica i prodotti della combustione all'esterno attraverso orifizi concentrici o regolati per trovarsi in condizioni di vento simili. Questo apparecchio è progettato per essere collegato a un sistema di condotti comuni a sua volta progettato per funzionare nelle condizioni in cui la pressione statica nel condotto comune del camino potrebbe superare la pressione statica nel condotto comune dell'aria. C11. Apparecchio costituito da un insieme di due o più moduli generalmente identici, condotti di collegamento, un condotto fumario comune e un condotto comune dell'aria, in cui la pressione statica nei condotti fumari comuni potrebbe superare la pressione statica nei condotti dell'aria e dove gli orifizi del condotto dell'aria e del condotto fumi verso l'esterno sono concentrici o regolati in modo da trovarsi in condizioni di vento simili. Ogni modulo di questo apparecchio, sebbene concepito come un apparecchio unico, è in grado di funzionare in modo indipendente ed è composto da scambiatore di calore, bruciatore e dispositivi di controllo e sicurezza. C12. Apparecchio collegato tramite uno dei suoi condotti a un sistema di canne fumarie comune, e tramite un secondo dei suoi condotti a una presa d’aria esterna. Questo apparecchio è progettato per essere collegato a una canna fumaria comune progettata per funzionare nelle condizioni in cui la pressione statica nella canna fumaria comune potrebbe superare la pressione statica nei singoli condotti dell'aria. C13. Apparecchio costituito da un insieme di due o più moduli di apparecchi generalmente identici, condotti dell'aria singoli, condotti di collegamento e un condotto fumi comune. La pressione statica nel condotto fumario comune potrebbe superare la pressione statica nel suo singolo condotto di alimentazione dell'aria. Questo apparecchio è progettato per essere assemblato collegando i moduli dell'apparecchio tramite i suoi condotti di collegamento al suo condotto fumario comune. Ogni modulo è collegato tramite il suo condotto di alimentazione dell'aria al suo terminale, ed è in grado di funzionare in modo indipendente (ogni modulo è composto da scambiatore di calore, bruciatore e dispositivi di controllo e sicurezza). C14. Apparecchio costituito da un insieme di due o più moduli apparecchio generalmente identici, condotti di collegamento e una canna fumaria comune. I moduli dell'apparecchio sono collegati tramite i loro condotti di ingresso dell'aria a un condotto di ingresso dell'aria verticale comune, che fornisce aria all'apparecchio dall'esterno dell'edificio. . L'apparecchio è dotato di un'unica presa d'aria e di un'unica uscita fumi. Il condotto di ingresso dell'aria comune, o parte di esso, è un condotto verticale esistente all'interno dell'edificio (ad esempio un camino convertito). La pressione statica nel condotto di scarico comune potrebbe superare la pressione statica nel condotto dell'aria e gli orifizi del condotto dell'aria e del condotto di scarico verso l'esterno sono concentrici o sono sufficienti per trovarsi in condizioni di vento simili. L'apparecchio, costituito da un insieme di due o più moduli, è concepito come un unico apparecchio, ma ogni modulo è in grado di funzionare in modo indipendente. C15. Apparecchio progettato per il collegamento tramite il condotto fumi a un terminale verticale, e tramite il condotto di ingresso dell'aria a un condotto verticale di ingresso dell'aria comune esistente. Il terminale allo stesso tempo immette aria fresca al bruciatore e scarica i prodotti della combustione all'esterno attraverso orifizi concentrici o considerabili soggetti a condizioni di vento simili. Il condotto verticale comune di ingresso dell'aria, o parte di esso, è un condotto verticale esistente all'interno dell'edificio, ad esempio un camino convertito.

Oltre ai pedici numerici, ci sono alcuni pedici in lettere che hanno significati particolari:

Come detto in precedenza, le caldaie a condensazione sono un particolare tipo di caldaia tipo C.

In particolare, queste hanno sempre come ultima cifra il pedice 3 (ventilatore a monte del bruciatore, e con bruciatore di tipo “premiscelato”), mentre come prima cifra vanno da 1 a (14).

Spesso il produttore omologa le caldaie a condensazione con una classificazione multipla, la quale deve essere sempre indicata nel manuale di installazione, in modo da permettere all’installatore la scelta della migliore configurazione dei condotti di aspirazione dell’aria e di scarico dei prodotti della combustione, tra le varie possibilità che l’omologazione multipla consente.

ATTENZIONE! Si ricorda che i condotti sono da considerarsi come parte integrante dell’apparecchio, fino al collegamento con il camino o condotto per intubamento. Unica eccezione, gli apparecchi con prima cifra “6”: solo in questo caso l’apparecchio può essere installato con condotti terzi, quindi non forniti dal fabbricante dell’apparecchio.

Una delle configurazioni più utilizzate nelle operazioni di risanamento di vecchi sistemi o nell’installazione di caldaie a condensazione, è sicuramente la C93, in quanto consente di riutilizzare un cavedio o un vecchio camino/canna fumaria altrimenti del tutto inutili.

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Ingegnere, C2R Energy Consulting

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