Stefano Boeri e il progetto Forestami: «Milano piantumata dai cittadini. Sfida verde nelle aree dismesse»- Corriere.it

2022-11-10 15:52:43 By : Ms. Jack Sun

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Oltre 300 mila alberi piantanti nell’area metropolitana di Milano, saranno 3 milioni entro il 2030. L’architetto Stefano Boeri su Forestami: «Coinvolti 80 mila cittadini, siamo diventati un modello»

Alcune immagini delle scorse piantumazioni nell’ambito del piano Forestami che coinvolge enti locali e università. Nel riquadro in alto l’architetto Boeri

Il progetto di rinascita delle aree verdi metropolitane Forestami riparte stamattina dall’area dismessa di un’ex fabbrica a Bresso . Alle 11 verrà piantumato il primo degli oltre 90mila alberi della nuova tranche dell’iniziativa a cui le lettrici di «Io Donna», settimanale del Corriere della Sera , partecipano con la rinaturalizzazione dell’area ex Impalcature Tubolari Express, all’interno del Parco Nord. Fa il punto su Forestami l’architetto Stefano Boeri, presidente del comitato scientifico del progetto .

Architetto Boeri è soddisfatto? «Siamo oltre i 300mila alberi piantati in un anno e mezzo, è un risultato al di sopra delle aspettative e un bellissimo segnale che Milano sta dando a livello internazionale. La chiave del successo è una sinergia progettuale e di lavoro fra Città metropolitana, Comune, Regione e il mondo accademico, primo fra tutti il Politecnico. L’obiettivo dei tre milioni di alberi entro il 2030, che sembrava una sfida impossibile all’inizio, ora è molto più vicino».

Qual è l’idea di fondo di Forestami? «Non ci limitiamo alla semplice piantumazione degli alberi ma ne seguiamo la crescita per cinque anni e questo fa la differenza rispetto a idee simili. Il lavoro che c’è dietro alla riforestazione nelle zone intensamente urbanizzate è molto complesso: individuare aree da decementificare, fare accordi per intervenire in collaborazione con il pubblico o con il privato a seconda dei casi, essere certi della manutenzione del verde sul lungo periodo. Per dare un’idea degli accordi presi, ad oggi abbiamo in essere 45 convenzioni con altrettanti Comuni dell’area metropolitana».

Come giudica l’interesse dei cittadini? «Siamo riusciti a coinvolgere 80mila milanesi, un numero altissimo per un progetto di rigenerazione urbana che di solito vede in primo piano solo gli addetti ai lavori. Poi ci sono istituzioni come Fondazione Cariplo che ha il ruolo di garante dell’iniziativa e in più il mondo legato all’ambientalismo nelle sue forme più concrete e pragmatiche. Senza contare le aziende che stanno partecipando a vario titolo: Axa per la formazione nelle scuole, Armani. Louis Vuitton, Banca Intesa, Amazon, Esselunga e molti altri».

Per oggi c’è un’altra iniziativa in programma. «A Cormano, alle 14, diamo l’avvio simbolico con la piantumazione collettiva aperta a tutti i cittadini, il primo dopo l’interruzione causata dalla pandemia. Stiamo poi lanciando la Campagna di Natale rivolta alle famiglie che potranno donare alla città un albero da piantare nelle zone dove interveniamo».

Cosa è uscito di buono dalla Cop26? «Alcuni risultati ci sono stati, come l’accordo sulla soglia dei 1,5 gradi di innalzamento della temperatura e i mille miliardi di alberi da piantare nei prossimi anni. Sfortunatamente però c’è stato anche il rifiuto di Cina e India di porre un termine all’utilizzo del carbone. Per le città come la nostra, la via maestra è quella di creare aree verdi sempre più vaste per ripulire l’aria. A New York hanno piantato un milione di alberi nel giro di pochi anni. Creare verde urbano su vasta scala è uno dei principali strumenti che abbiamo per migliorare la qualità dell’aria».

Perché la politica parla così poco dell’inquinamento atmosferico nelle grandi città? «Alla Triennale abbiamo inaugurato una mostra che riporta i dati dell’inquinamento davanti alle scuole primarie milanesi e sono dati drammatici: siamo coinvolti in una situazione gravissima e cronica. Milano ha un parco auto numericamente folle, ogni giorno entrano in città 600mila auto. Le ricette devono essere drastiche e la politica molto più coraggiosa: via i combustibili per il riscaldamento, sostituiti dalle rinnovabili. Bisogna inoltre convertire le grandi aree di parcheggio in spazi per altro verde».

Come sensibilizzare l’opinione pubblica? «La grande sfida si gioca nelle scuole, coinvolgendo nei progetti di riqualificazione metropolitana i 200mila giovani che studiano in città. Molti di loro apprezzano l’approccio ai problemi di Forestami: ogni passaggio deve dare risultati ambientali concreti e verificabili da tutti».

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