Stufa a pellet, attenzione ai documenti: senza questi paghi multe da 500 e più euro

2022-11-10 16:00:56 By : Mr. Sage Hu

Il Pellet ai massimi storici, ma la stufa a pellet è ancora la scelta preferita dalle famiglie italiane per riscaldare la propria abitazione. Attenzione però alle multe. Ecco tutti i documenti necessari per evitare di incappare in multe salatissime da 500 euro e più, anche relativi alla manutenzione obbligatoria.

Il Pellet ai massimi storici, ma la stufa a pellet è ancora la scelta preferita dalle famiglie italiane per riscaldare la propria abitazione. attenzione però alle multe. Ma quali sono i documenti necessari per evitare di incappare in multe salatissime da 500 euro e più, anche relativi alla manutenzione obbligatoria?

L’inverno bussa alla porta e le famiglie italiane sono ormai da mesi alle prese con la valutazione del sistema di riscaldamento più efficiente ed economico per riscaldare la propria abitazione.

Si perché la crisi economica internazionale si sta facendo sentire anche in Italia. Il conflitto tra Russia e Ucraina sta provocando folli aumenti dei prezzi, a partire dai costi del gas naturale che è  passato dagli 8,219 €/MWh del 2020 ai 231,736 €/MWh ad agosto 2022.

Le ripercussioni di questi folli aumenti sono evidenti in tutti i settori economici, anche quelli relativi alla produzione e distribuzione del Pellet, la biomassa più amata dagli italiani.

Se nel 2021 per acquistare un sacco di pellet da 15 kg bastavano circa 4 euro, adesso il prezzo dello stesso sacco ha raggiunto le 15 euro. Si tratta di costi veramente insostenibili per le famiglie italiane. 

Nonostante ciò, il pellet rappresenta ancora il combustibile più conveniente se paragonato ala gas naturale con un risparmio di oltre 30% , secondo i dati analizzati da ARERA.

Seppur i vantaggi siano molteplici, è necessario prestare attenzione a non incappare in multe salatissime per il suo utilizzo e la sua manutenzione: da 500 e più euro. 

Ecco perciò tutti i documenti necessari per non incorrere in pesanti multe.

Le famiglie italiane preferiscono ancora la stufa a pellet come metodo per riscaldare la propria abitazione. 

Con l’abbassamento delle temperature le famiglie italiane si preparano ad utilizzare pompe di calore, camini e anche stufe. Ma c’è una cosa che non bisogna sottovalutare. 

Questi sistemi di riscaldamento, e soprattutto le stufe a pellet, hanno bisogno di una serie di controlli obbligatori da seguire e che devono essere fatti da tecnici professionisti e abilitati registrati regolarmente alla camera di commercio, come addetti agli impianti termici.

Se la pulizia superficiale può essere fatta in maniera autonoma, la revisione obbligatoria annuale necessità di un tecnico abilitato. 

Tutti i risultati dei controlli del tecnico devono essere registrati sul libretto di impianto della stufa a pellet insieme a tutte le modifiche effettuate dopo la data di acquisto. Questo è quello che prevede la normativa in vigore dal 2013.

La revisione come abbiamo già detto deve essere fatta dal tecnico abilitato perché la pulizia della canna fumaria è piuttosto complicata. Si tratta di pulire angoli profondi che devono essere raggiunti con attrezzatura specifica. 

I costi di questa manutenzione variano a seconda del tecnico e della zona. Si passa da un minimo di 70 euro a circa 200 euro. 

Come abbiamo detto, tra i controlli obbligatori spicca la pulizia della canna fumaria, lo stato delle guarnizioni, il controllo dell’emissione di fumi, l’eliminazione di residui più resistenti dalle parti interne della stufa, verifica dei componenti elettromeccanici e della presa d’aria esterna, controllo del condotto d’aria comburente ed eventuali fessure. 

Per procedere con la revisione dunque, bisogna controllare il proprio libretto d’impianto e contattare un tecnico abilitato a registrare l’intervento obbligatorio sul libretto. Ricordiamo che il tecnico deve essere abilitato alla  manutenzione straordinaria della stufa a pellet.

La manutenzione obbligatoria delle stufe a pellet è prevista nel DPR 74/13. Il decreto del 2013 prevede ed indica in maniera molto esauriente quali sono le pene per chi non rispetta le regole di manutenzione.

Dallo stesso decreto si evince che l’aspetto più importante è legato alla sicurezza dell’impianto e al suo corretto funzionamento. 

Va detto che al momento dell’installazione l’impianto deve possedere già una serie di requisiti che devono risultare dallo stesso libretto. La messa a norma dell’impianto di riscaldamento può essere controllata in qualsiasi momento dalle autorità.

 In caso di corto circuito o incendio, se il proprietario non ha curato la stufa può incappare in una seri di multe e sanzioni. Se non si possiede il libretto, ad esempio le multe possono variare da 500 a 3.000 euro.

Molte regioni attualmente stanno creando una sorta di catasto digitale delle stufe a pellet, dalla quale potranno effettuare la scelta a campione da controllare.

Dallo stesso catasto si potranno individuare gli impianti controllati con poca frequenza e individuare cosi impianti irregolari in maniera più immediata.

Va detto che se si tralascia la manutenzione delle stufe a pellet, non si produce soltanto uno spreco del biocombustibile e un immancabile spreco di soldi, ma si mettono a rischio coloro che vivono nell’appartamento dotato di stufa a pellet non revisionata. 

Proprio per questo si rischiano multe che possono arrivare a 6.000 euro.

Attenzione. Va ricordato che. se si abita in condomini, l’accensione delle stufe può partire soltanto dalla data stabilita a livello regionale, quindi è opportuno informarsi. 

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